Sono 19 i punti di divario nel tasso di partecipazione al lavoro, poche le manager
Nel giorno in cui l’Istat ha fatto notare come le donne siano, per ora, escluse dalla crescita dell’occupazione, dal rapporto annuale dell’Osservatorio mercato del lavoro e competenze manageriali di 4.Manager, presentato ieri al Connext di Milano, sono emersi altri aspetti del problema: le donne scontano ben 19 punti di divario di genere nel tasso di partecipazione al lavoro; e se hanno figli sotto i 6 anni il tasso di occupazione è ancora più basso (53% contro il 72% delle donne tra i 25 e i 49 anni senza prole). E ancora abbiamo pochissime donne manager: su 605mila posizioni, solo il 28% è affidato a figure femminili (Inps), quota che si riduce al 18% se consideriamo le posizioni regolate da un contratto da dirigente, ferme (0,3%) ormai da 10 anni.
Eppure, e questo è il triste paradosso, un maggior numero di donne occupate potrebbe dare una spinta decisiva alla ripresa in atto, facendo crescere Pil e imprese. «I tempi per la parità di genere rischiano di allungarsi di un’altra generazione a causa del Covid – ha detto Stefano Cuzzilla, presidente di 4.Manager e Federmanager -. L’equilibrio di genere fa crescere Pil e imprese. Le aziende con governance mista sono più competitive e reagiscono meglio nei contesti di crisi. Il gap retributivo e il welfare aziendale sono le aree di intervento più urgenti da affrontare»
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