PROTOCOLLO D’INTESA TRA ANIMA E LA CITTÀ DEI MESTIERI E DELLE PROFESSIONI DI ROMA TUSCOLANO
Nel 2010 Anima ha siglato un accordo con la Città dei Mestieri e delle Professioni di Roma Tuscolana, iniziativa promossa e gestita dalla Cooperativa Il Solco, in partnership con Provincia di Roma e Regione Lazio, con l’obiettivo di aiutare persone con qualifiche e professionalità di rilievo e fuoriuscite dal mondo del lavoro, in un percorso di autovalutazione e di empowerment al fine di re-indirizzare la propria attività lavorativa verso la consulenza, libera professione, imprenditoria.
La Città dei Mestieri è uno spazio fisico sulla Tuscolana, con locali adibiti in parte ad uffici, dotati di postazioni lavoro, PC e telefoni, e con personale di supporto, in parte della cooperativa che lo gestisce, in parte della Provincia e della Regione. La Città dei Mestieri offre gratuitamente ascolto, orientamento formazione, accompagnamento al reinserimento lavorativo o alla formulazione di progetti di impresa o di attività professionale in proprio. Lo spazio è stato realizzato presso immobili sequestrati diversi anni fa alla banda della Magliana.
Il progetto è stato co-ideato e sostenuto dall’azienda associata ad Anima BASF, con il supporto del Consigliere Giuditta Peliti.
Il coinvolgimento di Anima su questo progetto si focalizza su una precisa fascia di persone, quelle over 50, di profilo professionale medio-alto, fuoriuscite dalle aziende per ristrutturazioni aziendali, o a causa della crisi economica di questo periodo. Per queste persone la perdita del lavoro rappresenta un problema particolarmente delicato:
Sono profili che più facilmente vengono espulsi dallorganico in tempi di crisi, in relazione alletà, al costo, ad una spesso minore flessibilità rispetto allinnovazione o a un non sufficiente upgrading delle competenze;
Sono persone in una stagione delicata della vita, spesso con impegni finanziari familiari (mutui per case, scuola dei figli), che possono subire psicologicamente e affettivamente danni rilevanti dalla perdita del lavoro, in relazione ai rapporti famigliari e sociali e alla perdità di identità (con un relativo impatto sociale e socio-sanitario sulla collettività e sul pubblico);
Sono lavoratori nella maggior parte dei casi non ricollocabili in azienda come dipendenti.
Il destino lavorativo di queste persone richiede una capacità di reinventarsi come consulenti, liberi professionisti, artigiani, piccoli imprenditori.
Una capacità che può essere meglio sviluppata se viene offerta loro lopportunità di un luogo fisico in cui potersi recare, iniziare a prendere coscienza delle proprie potenzialità, accedere a informazioni su finanziamenti, bandi, interventi di sostegno, trovare altre persone interessate e coinvolgibili nello stesso progetto, accedere alle strutture pubbliche, quali i BIC, che possono fungere da incubatori di impresa. In poche parole, se viene offerto loro un humus umano, di attenzione, solidarietà e sostegno, non di stampo assistenzialista, ma capace di stimolare quel percorso di empowerment personale e professionale, senza il quale ogni progetto rischia di restare solo unidea.
Inoltre, questo progetto può consentire alle imprese di gestire le proprie ristrutturazioni aziendali con attenzione alla responsabilità sociale. I tagli al personale che si rendono necessari in questi mesi di crisi potranno essere gestiti, dalle imprese e dai manager e imprenditori più sensibili e responsabili, in modo innovativo. Le aziende socialmente responsabili, se non possono evitare la riduzione di organico, possono infatti considerare possibilità di accompagnamento dei lavoratori verso un altro futuro professionale.
Le aziende possono:
Segnalare ai lavoratori in uscita la Città dei Mestieri come luogo in cui essi potranno avere gratuitamente spazi di lavoro, ascolto, orientamento, formazione e accompagnamento al reinserimento lavorativo o alla pre-incubazione di imprese o cooperative;
Monitorare lo sviluppo di progetti di impresa da parte dei lavoratori usciti dallazienda, che possano interessare lazienda stessa come acquirente di prodotti e servizi;
Facilitare questo passaggio, con progetti di outsourcing e accordi pluriennali con i dipendenti in uscita che vogliano cimentarsi come imprenditori.
I soci Anima possono inoltre dare il loro contributo – come volontariato manageriale – a momenti di ascolto e di formazione, o sostenere con forme di adozione specifici progetti.
I PRINCIPALI RISULTATI DEL PROGETTO a giugno 2011:
- 9 partecipanti di cui 7 donne e 2 uomini di cui 2 in mobilità e 7 in cassa integrazione. Ciascuno, dopo un percorso individuale di orientamento, ha sviluppato un piano di attività individuale finalizzato ad Autoimprenditorialità e/o nuova formazione.
- Sodalità Social Award IX edizione: Il progetto si è classificato tra i Progetti Finalisti a livello Nazionale nella sezione Iniziativa a sostegno del valore della Persona e del Lavoro
- Il progetto inoltre è stato segnalato dallOsservatorio sul Non profit della CCIAA quale best practice di collaborazione tra profit, non profit e P.A.