di Giangiacomo Schiavi.
Se ai decimali di speranza, che inchiodano la crescita italiana allo zero virgola, si potesse aggiungere la valutazione del lavoro che migliaia di volontari svolgono ogni giorno in Italia, avremmo certamente un’impennata di fiducia.
E se dal fuorviante e stracitato Pil riuscissimo a togliere le macchie della droga e della prostituzione che ne inquinano il calcolo, capiremmo meglio cosa significa il benessere in un paese civile.
L’Italia reale, che vive al di fuori dei labili confini tracciati dal Prodotto interno lordo, merita un surplus d’attenzione, per non essere soltanto lo spettatore passivo di un’altalena di cifre che in concreto, come sosteneva l’economista Giorgio Fuà, significano poco o niente.
Scarica articolo Corriere sera 4 aprile 2016
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