Il via libero agli obiettivi di sviluppo sostenibile da parte dell’Onu e l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici hanno prodotto, anche nel nostro Paese, una spinta molto forte alle pratiche si sostenibilità, con importanti segnali di cambiamento nei settori bancario, assicurativo, del risparmio gestito e nel mercato dei capitali. A questo slancio, però, non corrisponde ancora un impatto sistematico sul mondo finanziario, con la conseguente prospettiva, per l’Italia, di non arrivare in tempo nell’ottemperare agli impegni internazionali assunti. Occorre, dunque, stimolare l’innovazione finanziaria in cinque aree prioritarie (Pmi, tecnologie pulite, immobiliare, assicurazioni e green bond) e migliorare le infrastrutture di mercato in termini di trasparenza e governance.
Sono queste le conclusioni cui perviene il rapporto del Tavolo italiano di dialogo sulla finanza sostenibile, pubblicato dal ministero dell’Ambiente e da Un Environment, il programma ambientale delle Nazioni Unite. Il documento è frutto di un team di lavoro che ha visto operare fianco a fianco i rappresentanti di banche, assicurazioni, imprese, investitori istituzionali, ministeri, organizzazioni internazionali e autorità di regolazione. I risultati saranno presentati oggi in un convegno a Roma, nella sede della Banca d’Italia, con la partecipazione, tra gli altri, dei ministri dell’economia, Pier Carlo Padoan, e dell’Ambiente, Gianluca Galletti.
L’occasione è rilevante anche perché l’Italia ha la chance della presidenza del G7, che offre un’opportunità inedita di promuovere tali tematiche su scala globale, declinate anche in chiave di cooperazione internazionale. Non a caso, l’odierna giornata di studi sarà arricchita dalla presentazione di alcuni report su Paesi esteri, elaborati nello stesso contesto dell’Un Environment Inquiry, l’inchiesta su scala mondiale promossa e coordinata del programma ambientale dell’Onu.
Secondo gli esperti del Tavolo italiano di dialogo, riorientare il sistema finanziario è essenziale per un’efficace transizione verso un modello di sviluppo inclusivo. Molti passi avanti sono stati fatti, in particolare con l’integrazione dei fattori Esg (ambientali, sociali e di buon governo) nei processi decisionali. Le crisi ambientali, come il cambiamento climatico o la scarsità idrica, sono aspetti problematici ormai ben presenti nell’allocazione degli asset finanziari. Le banche, secondo l’Osservatorio sulla green economy guidato dall’Abi, tra il 2007 e il 2014 hanno erogato prestiti per 27 miliardi per la produzione di energie rinnovabili. E per quanto riguarda i capitali, nella classifica internazionale sui mercati più trasparenti in tema di sostenibilità, la Borsa Italiana si è collocata al 19° posto assoluto nel 2016, migliorando di 11 posizioni rispetto al 2015.