L’Europa sospesa tra inquietudine e speranza.
La presentazione del X Rapporto sulla sicurezza e l’insicurezza sociale in Italia e in Europa – realizzato dall’Osservatorio promosso da Fondazione Unipolis, Demos&Pi e Osservatorio di Pavia – si è svolta martedì 28 febbraio ed è avvenuta per il terzo anno consecutivo alla Camera dei deputati, nella Sala Aldo Moro.
Il Rapporto ha al centro l’Europa, dopo la Brexit e le crescenti tensioni politiche e sociali, a seguito della crisi e dell’aumento dei movimenti nazionalisti e xenofobi.
A sessant’anni dall’avvio del processo di integrazione, non solo l’unità europea non si è realizzata, ma mai come in questa fase appare a rischio l’dea stessa di Europa. E tuttavia, pur nella forte disillusione, la maggioranza dei cittadini italiani continua a ritenere “necessaria” l’unità del Vecchio Continente. Al punto che, richiesti di scegliere se preferirebbero stare “dentro” o “fuori”, il 60% sceglierebbe di restare in Europa, così come continuerebbero a dire sì alla moneta unica. Oltre al Focus sull’Europa, il Rapporto – giunto al giro di boa della decima edizione – mette in evidenza le maggiori “preoccupazioni” e “paure” dei cittadini italiani e di altri sei paesi europei (Francia, Germania, Polonia, Regno Unito, Spagna, Ungheria) attraverso un’indagine sulla “percezione” della sicurezza (utilizzando un ampio e rappresentativo campione di popolazione) e la rilevazione sulla “rappresentazione” che di questo fenomeno danno i telegiornali nazionali italiani e i principali Tg esteri.
Un peso rilevante nell’accrescere le paure ce l’hanno i processi di globalizzazione (39%) e “gli atti terroristici” (44%). Ma è la crisi economica, con il corredo di perdita di lavoro, disoccupazione, impoverimento e timori per il futuro dei giovani a determinare situazioni di vera e propria angoscia. Al punto che “l’80% degli intervistati dichiara di avere percepito un aumento delle disuguaglianze economiche e sociali”. Ciò mentre si conferma, peraltro, come nel nostro Paese il sistema dell’informazione televisiva continui a sottovalutare i fenomeni sociali connessi alla crisi economica, che sono appunto al centro delle preoccupazioni dei cittadini, dedicando invece maggiore spazio ai fenomeni della criminalità comune, spesso mettendoli in relazione all’immigrazione e al flusso dei rifugiati.
La ricerca è stata illustrata da Fabio Bordignon – responsabile ricerca Demos&Pi, da Antonio Nizzoli – direttore Osservatorio di Pavia, e commentata da Ilvo Diamanti – Università di Urbino e direttore scientifico Demos&Pi. All’incontro sono intervenutiLucio Caracciolo – direttore di Limes, Paolo Di Paolo – scrittore, Gian Guido Nobili – coordinatore Forum Italiano per la Sicurezza Urbana, Romano Prodi – già presidente della Commissione Europea e Pierluigi Stefanini – presidente Gruppo Unipol e Fondazione Unipolis.
Nel suo intervento, il presidente Stefanini ha sottolineato che “i ritardi, le contraddizioni e l’incapacità di affrontare unita la crisi economica e sociale, i problemi del lavoro, soprattutto per i giovani, sono in gran parte all’origine della disaffezione e per taluni aspetti del rifiuto di un’Europa della quale si avverte essenzialmente la burocratizzazione, l’ossessione ai vincoli di bilancio. Appare perciò importante il dato, rilevato dall’indagine contenuta nella decima edizione del Rapporto su sicurezza e insicurezza sociale, secondo cui nonostante tutto, la maggioranza dei cittadini italiani considera l’Europa necessaria. Bisogna partire da qui – ha continuato Stefanini – per affermare il necessario cambiamento nelle strategie e nelle politiche della Ue, che devono mettere al centro i bisogni dei cittadini, a partire dal lavoro, da una maggiore giustizia ed equità sociale. Il punto di riferimento deve diventare l’Agenda 2030 dell’Onu, per definire anche per l’Europa e per l’Italia obiettivi concreti di sviluppo sostenibile; i soli in grado di affrontare i grandi cambiamenti indotti dall’innovazione tecnologica e dalla globalizzazione. Spetta alle istituzioni, alla politica come a chi opera nelle imprese e nella società, assumere piena consapevolezza di queste sfide e impegnarsi con determinazione per dare una prospettiva e un futuro alle nuove generazioni”.
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