Un capannone industriale dentro le mura del carcere di Torino. Con detenuti che vanno al lavoro tutte le mattine. Per il suo progetto Domenico Minervini si sta dando un gran da fare. Perché il capannone ce l’ha già, è pronto. “Ho già parlato con diversi imprenditori. Per ora nessuno si è fatto avanti – spiega il direttore della Casa cirondariale Lorusso Cutugno – Sono stato anche all’Unione Industriali, a gennaio. E’ inutile lamentarsi dei reati comuni e poi non fare nulla. La prevenzione si comincia a fare qui dentro. E la società civile è chiamata a dare il suo contributo. Incluse le imprese”. Che, peraltro avrebbero significativi sgravi fiscali sul costo del lavoro.
Per ora gli imprenditori non si fanno vedere al carcere ex – Le Vallette Ma a fine anno potrebbero arrivare gli investitori privati. Che, con due milioni di euro, potrebbero investire nel primo social impact bond italiano. Adattato da Human Foundation alla realtà torinese, lo strumento vuole affrontare uno dei problemi più annosi delle carceri italiane: l’alto tasso di recidiva con sovraffollamento delle strutture e altri costi da parte dello Stato. Come farlo? Chiedendo a privati di investire capitali da erogare a cooperative e imprenditori sociali per efficaci programmi di inserimento lavorativo e sociale.