Dobbiamo varare un’efficiente Unione Energetica europea basata su comuni strategie per difendere la manifattura e l’occupazione, mentre riduciamo le emissioni, attraverso l’innovazione e la sostenibilità
Caro Direttore,
dove porta il ritiro dell’America di Trump dall’Accordo sul Clima? È stato uno shock l’annuncio del Presidente Usa di rigettare l’intesa di Parigi, firmata a fine 2015 da 197 Stati (ne sono fuori solo la Siria in guerra e il Nicaragua). Ma non è meno traumatico l’esito del G20 di Amburgo: gli altri 19 membri dichiarano «irreversibile» l’Accordo, e condividono un’Agenda di 13 pagine. Trump resta solo: a smentire, certo, gli unanimismi spesso di facciata che segnano questi Summit, ma a segnare in modo dirompente l’interruzione di una leadership globale Usa.Emergono alcuni elementi importanti, messi anche in luce dai relatori nella Conferenza organizzata il 6 luglio all’Università Statale di Milano dal Centro per un Futuro Sostenibile.
- La convergenza scientifica sulla realtà dei Cambiamenti Climatici non può essere smontata (economisti e scienziati come Galeotti, Lanza, Navarra lo hanno riaffermato a Milano). Ma è difficile prendere decisioni impegnative oggi per raccogliere risultati dopodomani: occorrono impegni condivisi a livello globale per ridurre le emissioni e limitare gli aumenti della temperatura, e strategie nazionali flessibili (ma verificate costantemente): una sorta di Dichiarazione di Interdipendenza del XXI secolo.
- In tempi economico-sociali turbolenti, occorre dimostrare che queste strategie portano anche benefici. L’Ocse ha presentato al Vertice un rapporto piuttosto ottimistico sui loro effetti per la crescita (+2,8/+5% al 2050). È vero che gli ultimi tre anni hanno visto, per la prima volta, una discreta crescita del Pil mondiale senza aumento delle emissioni. Ma restano lontani gli obiettivi di Parigi: senza profonde correzioni, la temperatura a fine secolo sarà vicina a un aumento di 3 gradi, piuttosto che a 1,5-2.Per avere consensi dalle inquiete opinioni pubbliche, occorre dunque dimostrare quanti posti di lavoro, quali miglioramenti per l’ambiente e la salute possono essere realizzati.