Secondo il Global Entrepreneurship Monitor, il 3-4% delle nuove imprese su scala mondiale ha dichiaratamente una missione sociale.
È il doppio rispetto a dieci anni fa. E in alcuni Paesisi arriva al 10%. C’è voglia di fare impresa sociale, insomma e l’Italia non fa certo eccezione, specie dopo le novità introdotte al riguardo dalla Riforma del Terzo settore. Fra gli ambiti verso cui sembra polarizzarsi la nuova leva di imprese e imprenditori sociali ci sono ad esempio l’ambiente, la cultura eil welfare. Ed è proprio per accompagnare lo sviluppo delle imprese sociali di domani che intendono operare nel welfare cheè stata lanciata la seconda edizione di “Welfare che impresa” il concorso per idee d’impresa per startup a vocazione sociale promosso da Fondazione italiana accenture, Fondazione Bracco, Fondazione Golinelli, Fondazione Snam e Ubi Banca.
Con il contributo scientifico di Aiccon (centro studi dell’Università di Bologna sull’economia sociale) e Tiresia (centro di ricerca sull’innovazione sociale del Politecnico di Milano).
Rispetto alla prima edizione le candidature sono raddoppiate (150), con la selezione che ha tenuto conto in particolare dell’innovatività dei progetti e della loro capacità di favorire la coesione sociale, lo sviluppo e il fare rete. Cinque lestart up vincitrici, suddivise nelle due categorie Nord e Centro Italia, Sud.
Più un premio speciale.