Facciamo segnare numeri orribili nelle statistiche della disoccupazione giovanile (38%) e già oggi soffriamo di quello che in gergo si chiama mismatch, le aziende che non riescono a trovare i tecnici che servono. Questo paradosso che segna il mercato del lavoro e compromette la crescita delle imprese è destinato ad allargarsi a dismisura con il pieno avvento del digitale. E così mentre ci interroghiamo sulla disoccupazione da robot nella realtà facciamo fatica nel trovare giovani in grado di scrivere, sviluppare e integrare le montagne di software necessarie per guidare l’Internet delle cose e per garantire al sicurezza dei sistemi di pubblica utilità.
Per questo motivo Vodafone ha deciso di lanciare quello che giudica il più vasto programma internazionale sulle professioni del futuro con l’obiettivo di raggiungere tramite una piattaforma web (Future Jobs Finder) dieci milioni di giovani — di cui mezzo milione solo in Italia — e metterli in condizione di trovare lavoro.
Il programma si chiama «What will be you?», con un po’ di libertà potremmo tradurlo «Cosa farai da grande?» e riguarda 18 Paesi. Spiega Aldo Bisio, amministratore delegato di Vodafone Italia: «Nei prossimi anni rischiamo di trovarci di fronte a uno squilibrio occupazionale che riguarderà tutta l’Europa. La Commissione di Bruxelles stima che 500 mila posti di lavoro non verranno coperti proprio perché non avremo le competenze necessarie. E’ un collo di bottiglia che non ci possiamo permettere.
Già oggi del resto mancano gli esperti di sicurezza informatica e i tecnici capaci di scrivere un codice software a prova di hacker».