Raddoppiano in tre anni le imprese “molto attive” nel welfare aziendale con almeno 6 aree: da 7,2% a 14,3%. Oltre il 41% è attivo in almeno 4 delle 12 aree di welfare aziendale.
Sale a 38 il numero delle imprese con Rating 5W “Welfare Champion” attive in almeno 8 aree.
- La soddisfazione dei dipendenti e il clima aziendale, con il 42,1%, sono il primo obiettivo delle imprese nelle scelte di welfare
- Il 63,5% delle aziende molto attive afferma che le azioni di welfare aumentano la propria produttività
- Salute e assistenza; conciliazione vita e lavoro; giovani, formazione e sostegno alla mobiltità sociale: sono le tre priorità indicate dagli imprenditori per i prossimi 3-5 anni
- Per lo sviluppo futuro del welfare aziendale sono necessarie più informazione e alleanze tra imprese
“Il welfare fa crescere le imprese e fa bene al Paese – dichiara Marco Sesana, Country Manager e Amministratore Delegato di Generali Italia – Questo è quanto emerge dall’ascolto degli oltre 4 mila imprenditori italiani intervistati e dal crescente impegno delle Pmi nelle iniziative di welfare. Il benessere dei dipendenti e l’aumento della produttività sono i risultati che l’imprenditore oggi dichiara con il suo impegno nel welfare aziendale. Noi continueremo a sostenere, insieme alle confederazioni, la diffusione della cultura del welfare nelle piccole medie imprese con Welfare Index PMI, ma anche con le nostre competenze e la nostra innovazione in ambito assicurativo”.
Dipendenti più felici sul luogo di lavoro grazie all’esperto family friendly, ma anche mamme contente di mantenere lo stipendio al 100% durante la maternità. C’è poi chi propone check up sanitari gratuiti e benefit salute e, ancora, chi ha introdotto l’università in azienda per la formazione dei giovani dipendenti. Il welfare aziendale migliora il benessere dei dipendenti e aumenta la produttività delle imprese.
È quanto emerge dal Rapporto 2018 – Welfare Index PMI, promosso da Generali Italia con la partecipazione delle maggiori confederazioni italiane (Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato e Confprofessioni), che per il terzo anno ha analizzato il livello di welfare in 4.014 piccole medie imprese italiane (circa il doppio rispetto al 2016) superando nei tre anni le 10 mila interviste.
Welfare Index PMI ha monitorato le iniziative delle imprese in dodici aree: previdenza integrativa, sanità integrativa, servizi di assistenza, polizze assicurative, conciliazione vita-lavoro, sostegno economico, formazione, sostegno all’istruzione di figli e familiari, cultura e tempo libero, sostegno ai soggetti deboli, sicurezza e prevenzione, welfare allargato al territorio e alle comunità.
Il Rapporto 2018 mette in evidenza una stretta correlazione tra il miglioramento del benessere, la soddisfazione dei lavoratori e la crescita della produzione aziendale: questi fattori secondo il 42,1% delle imprese, sono il principale obiettivo nelle scelte di welfare. Il 35,6% delle imprese intervistate dichiara, infatti, di aver aumentato la propria produttività come conseguenza di una maggiore soddisfazione dei lavoratori. Questo vale ancor di più per le aziende molto attive nel welfare: il 63,5% conferma di aver ottenuto un incremento produttivo. Nei prossimi 3-5 anni, il 52,7% delle Pmi si propone un’ulteriore crescita del welfare aziendale, in particolare negli ambiti di: salute e assistenza; conciliazione vita e lavoro; giovani, formazione e mobilità sociale.
Le piccole medie imprese sono oggi sempre più protagoniste del cambiamento sociale e crescono sensibilmente le aziende attive nel welfare – cioè quelle che avevano avviato piani di welfare aziendale anche negli anni precedenti – in almeno 4 delle 12 aree: erano il 25,5% nel 2016, oggi sono il 41,2%. In particolare, sono raddoppiate le aziende molto attive (in almeno 6 aree) dal 7,2% del 2016 al 14,3% quest’anno, a dimostrazione di una maggiore consapevolezza del loro ruolo sociale.
Lo studio sullo stato del welfare nelle piccole medie imprese italiane è stato presentato oggi al Salone delle Fontane all’Eur, a Roma, a una platea di imprenditori, rappresentanti delle istituzioni, docenti, ed è stato commentato da Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali; da Marco Sesana, Country Manager e Amministratore Delegato di Generali Italia; Carlo Robiglio, Presidente della Piccola Industria di Confindustria; Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura; Cesare Fumagalli, Segretario Generale di Confartigianato Imprese; Gaetano Stella, Presidente di Confprofessioni.
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Leggi l’articolo de iI Sole24ore 11_04_2018