Paradosso Italia: nel 2017, ultimo anno prima dell’affermazione di Lega e M5S alle elezioni con una piattaforma molto critica sulle condizioni di vita degli italiani, la maggioranza degli indicatori che secondo l’Istat definiscono il benessere dei cittadini è migliorata, mentre calava allo stesso tempo la fiducia nelle istituzioni e la soddisfazione personale. Lo dice il Rapporto sul benessere equo e sostenibile che arriva alla sua sesta edizione: pensato come strumento a disposizione di governo e parlamento per la valutazione delle politiche pubbliche, il Bes è uno dei tentativi di superare il Pil come unica misura di riferimento. E, tuttavia, tra le criticità dell’attuale strumento, oltre a non essere di facile lettura, c’è il fatto di poggiare su dati non sempre aggiornati. Il report pubblicato il 18 dicembre del 2018, così, si riferisce soprattutto a dati del 2017 e in parte del 2016
LENTA RISALITA DOPO LA CRISI
Il Bes utilizza 130 indicatori divisi in 12 domini: salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica e istituzioni, sicurezza, benessere soggettivo, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, innovazione ricerca e creatività, qualità dei servizi. Il 40% degli indicatori per cui è possibile un confronto con l’anno precedente ha avuto un andamento positivo, peggiorano il 31,8% e restano stabili il 29,1%. In particolare crescono gli indicatori del gruppo “innovazione ricerca e creatività” (86% con variazione positiva), quelli riferiti al “benessere economico” (80%) e “lavoro e conciliazione dei tempi di vita” (67%). Rispetto al 2010, uno dei primi anni in cui la crisi si è fatta sentire in maniera dirompente, hanno avuto una variazione positiva il 53,4% degli indicatori, mentre è peggiorato il 36,2%. Nel 2017, però, è calato l’indice del benessere soggettivo, che si mantiene comunque sopra la quota del 2015. Si dichiarano soddisfatte della propria vita il 38,6% delle donne e il 40,6% degli uomini.
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