Iniziativa dell’Ambasciata britannica in Italia con Borsa e Freshfields
MILANO Mentre la Brexit separa la Gran Bretagna dall’Europa, cresce l’importanza di fare rete con chi se ne vuole andare. Perché, come dice Stefania Godoli, «il network va al di là degli eventi contingenti». E le donne stanno cercando di farlo sempre di più. Godoli lo scorso anno è stata nominata Financial advisor dell’anno per il suo ruolo di managing director, global head of equity capital markets di Unicredit corporate and investment banking in occasione della prima edizione di «Women in finance», l’iniziativa voluta dall’ambasciatore britannico a Roma, Jill Morris, insieme a Borsa Italiana e Freshfields Bruckhaus Deringer e che vede come media partner La27Ora del Corriere della sera e FinanceCommunity.
L’Italia è l’unico Paese, oltre al Regno Unito, nel quale questo premio viene promosso, segno di particolare attenzione verso il nostro Paese, del grande attivismo di Jill Morris e anche dell’attenzione da parte delle donne italiane. Adesso è partito il bando per la seconda edizione: le candidature devono essere presentate entro il 7 febbraio e la premiazione si svolgerà il 7 marzo a Milano presso la sede della Borsa. Sei le categorie previste, quattro già presenti lo scorso anno (Cfo, Asset manager, Banker, e Champion of diversity employer dell’anno), a cui si sono aggiunte Insurer e Woman in FinTech dell’anno.
Perché candidarsi? Silvana Chilelli, responsabile investimenti alternativi per Intesa Sanpaolo Vita, spiega di essersi proposta perché il premio, a suo avviso, ha due obiettivi: aumentare la consapevolezza della parità di genere e migliorare la percezione della finanza per le donne: «Le giovani spesso hanno un’idea negativa, temono che lavorare in questo settore impedisca di avere una famiglia, dei figli. Abbiamo dimostrato il contrario». Un percorso, aggiunge, che è stato sostenuto dai manager della banca, recentemente inserita nel gender equality index di Bloomberg.
Anche Godoli ha una motivazione simile: «Questo premio è la volontà di cambiare marcia, partecipare poteva essere un esempio dentro la mia organizzazione. Molte donne — aggiunge la manager, unica italiana tra le top 100 della finanza europea — pensano di non avvicinarsi alla finanza perché temono di non farcela. È un settore difficile, ma non impossibile», aggiunge. Chi è riuscita a salire i gradini sa quali ostacoli si incontrano per strada e può aiutare le altre a superarsi. Il mentoring, insomma. E il mettersi in rete. «Quando mi sono laureata non c’era questa idea del network, ora grazie anche a iniziative come quelle di Valore D, dei Breakfast di Linklaters e altre, si inizia a formare e non solo tra le donne delle banche, si sta allargando». Il premio non si conclude con la cerimonia milanese, ma ogni anno «trasloca» a Londra, dove si incontrano tutte le premiate, inglesi e italiane.