Roma – Dove non sono arrivate le ditte appaltatrici, sono arrivati loro: trenta detenuti asfaltatori del carcere di Rebibbia, scelti tra coloro che hanno una breve pena residua da scontare e un basso indice di pericolosità, che da ieri hanno cominciato a prendersi cura delle strade della Capitale. E dell’ormai annoso problema delle voragini che si aprono di continuo e che non poche vittime della strada hanno causato.
Sotto lo sguardo attento dei tutor di Autostrade per l’Italia, che li hanno formati con un corso specifico e delle guardie penitenziarie, i detenuti hanno messo in pratica il mestiere che per loro potrebbe essere l’opportunità di una nuova vita.