Il talento non ha età, non è un bene che si consuma con il passare degli anni. Ma sul lavoro, molto spesso, accade esattamente il contrario. I lavoratori over 50 vengono messi da parte, nonostante esperienze, capacità, risultati portati.
Ai cinquantenni sembra proibito avere ambizioni: tagliati fuori dalle nuove sfide, non riescono a esprimere tutto il loro potenziale. Per non parlare della fatica di ottenere un posto a quell’età, nonostante gli incentivi per le imprese non manchino e siano stati confermati anche per il 2019. Ma urge un cambio di rotta, perché in un Paese che invecchia sempre di più i cinquantenni sono destinati a restare in azienda per molti anni ancora.
Già adesso, stando all’Istat, sono il doppio del numero degli occupati fra i 25 e i 34 anni: i giovani impiegati in Italia sono 4 milioni, i 50-70enni nel 2018 hanno raggiunto gli 8 milioni 546mila, ben 333mila in più rispetto al 2017. Ad analizzare il fenomeno è la seconda edizione del dossier «Talenti senza età, donne e uomini over 50 e il lavoro», realizzato da Valore D, associazione di 180 imprese che promuove l’equilibrio di genere, insieme con il Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla famiglia dell’Università Cattolica di Milano.