La forza dei libri. E poi: il desiderio di una ragazzina, la lungimiranza di un sindaco, la generosità di tanti cittadini e la testardaggine di un giornalista cacciatore di buone notizie. Mettete insieme questi ingredienti e il risultato è che alla biblioteca di Casal di Principe arrivano, sabato prossimo, tutti e 12 i finalisti del Premio Strega per incontrare i ragazzi e spiegare, con la loro presenza, che i libri e la cultura ci rendono liberi. Anche (soprattutto) nei territori più difficili. Il passo indietro è obbligatorio.
Nel 2016 Maria Zagaria è una ragazzina sveglia e curiosa di 12 anni, che vive a Casal di Principe, nel Casertano, ed è abituata a vedere la sua cittadina citata per Gomorra,le lotte dei clan dei casalesi, i camorristi. Maria frequenta la seconda media e la sua insegnante di Lettere invita lei e i compagni a scrivere a una persona «importante»: la ragazzina decide di indirizzare il messaggio al sindaco della sua città e cosa chiede? «Un posto dove confrontarmi e studiare con i miei amici, dove tutti i miei compaesani possano ritrovarsi per stare in compagnia e fare dibattiti su argomenti di attualità. Ma soprattutto un posto dove posso coltivare la mia più grande passione: la lettura».
Il sindaco Renato Natale resta folgorato dalla richiesta e il giorno dopo è in classe: «Realizzeremo il tuo sogno», promette. Poi però, assecondato l’entusiasmo, bisogna fare i conti con la realtà: trovare un posto, un finanziamento, un progetto.
L’illuminazione arriva dopo un evento che ospita a Casal di Principe alcuni volontari di Solesino (Padova): Natale racconta che da lui la biblioteca non esiste ma che vorrebbe realizzare il sogno di Maria. La delegazione veneta torna a casa, si organizzano con il Consorzio delle biblioteche della loro provincia e spediscono in Campania un camion con 1500 volumi: la prima pietra della biblioteca. A quel punto Natale rompe gli indugi. Non abbiamo una sede? E lui divide a metà la sala consiliare: la biblioteca nascerà lì, nel luogo troppo spesso diventato centro di potere mafioso, nel palazzo del Comune sciolto tre volte per infiltrazioni mafiose, che potrà rinascere e recuperare consenso anche attraverso la cultura.
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