Se i cittadini potessero comprare obbligazioni legate al riciclo dei rifiuti con rendimenti garantiti e interessanti, si otterrebbero risultati migliori per l’ambiente e per l’educazione civica senza mettere in difficoltà l’industria degli imballaggi. I ripensamenti (parziali) del governo sulle imposte a scopo “green” inserite nella manovra lo confermano.
I rifiuti urbani sono una ricchezza. Non solo un costo per il cui smaltimento si paga una tassa (la Tari, largamente evasa). Il valore di un chilogrammo di materiale correttamente riciclato è superiore all’equivalente ammontare di tanti prodotti alimentari di largo consumo pronti ad essere acquistati sugli scaffali di un supermercato. Dunque, non sarebbe del tutto sbagliato, se i “produttori” di questo inaspettato tesoro urbano – in alcuni casi distratti e incivili – ne richiedessero, diciamo così, una sorta di dividendo azionario.