Gli ultimi casi giudiziari che riguardano donne che hanno agito violenza dopo averla subita ci dicono che qualcosa sta cambiando nelle aule giudiziarie. Il più recente è il caso di Deborah Sciacquatori. Aveva ucciso il padre lo scorso maggio: un uomo violento che da anni terrorizzava la madre e la nonna. Debora era stata accusata in un primo momento di omicidio volontario derubricato poi in eccesso colposo di legittima difesa.
Il procuratore di Tivoli nella chiusura delle indagine aveva scritto «L’uomo per anni ha imposto il terrore negli animi di tutte le figure femminili della sua famiglia; deve necessariamente concludersi che la reazione esercitata dalla figlia – sia nella forma della minaccia o comunque nella forma dell’aggressione volontaria a mezzo di colpo sferrato all’orecchio – sia stata del tutto proporzionata all’offesa». In questi giorni la giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta e ha archiviato il caso. Debora non andrà a processo. Qualcuno si può chiedere se Debora è vittima o carnefice ?
Noi questo tema lo affrontammo a teatro. Due anni fa fece scalpore il verdetto emesso dalla giuria popolare quando, in occasione della giornata internazionale contro la Violenza sulle Donne, sul palcoscenico del Teatro Manzoni, processammo l’ iconica figura di Lisbeth Salander quale simbolo della violenza di genere. Era vittima oppure carnefice? Il dibattimento tra accusa e difesa fu acceso, in platea ci furono pareri discordanti e al termine il pubblico si espresse con un giudizio che sembrò storico Lisbeth Salander era innocente e la sua reazione , per quanto aggressiva e violenta era legittima difesa. Allo stesso modo, con un verdetto unanime, si è espressa una giuria composta prevalentemente di studenti universitari quando ad aprile, in situazione di lockdown e nel pieno del picco delle richieste di aiuto ai centri antiviolenza, abbiamo riproposto streaming, come per un giudizio d’ appello, il Processo a Lisbeth Salander e lo stesso quesito: vittima o carnefice?
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