Negli ultimi cinque anni il nostro Paese ha smesso di installare fotovoltaico, bloccato anche l’eolico. A rischio gli obiettivi 2030. Pesano burocrazia e lentezza dei progetti. I fondi del Pnrr per ripartire.
Roma. Era partita bene l’Italia. Grazie a una sostanziosa politica di incentivi – poi corretta al ribasso, in due riprese, dal governo – nel primo decennio del secolo si era issata in cima alle classifiche Ue per il maggior numero di megawatt installati, in particolare con i suoi impianti solari. Nel decennio successivo, un vistoso rallentamento ha permesso ad altri Paesi di sopravanzarci.
I nuovi campi fotovoltaici hanno continuato a salire, ma a velocità ridotta, come si vede dai dati Eurostat: dal 2017 al 2021, l’Italia ha visto aumentare le sue installazioni solari aggiungendo produzione solo per 0,4 terawattora (unità di misura dell’energia elettrica, pari a un miliardo di kwh), contro i 7,8 della Germania e i 6,8 della Spagna, i nuovi leader continentali-