“Sul fronte sostenibilità è tempo di convergenze” di Jacopo Giliberto – Il Sole 24 ore – 6 novembre 2018
Confindustria e Ministero dell’Ambiente d’accordo nel delineare un percorso comune – Gruppo congiunto per la semplificazione.
Confindustria e Ministero dell’Ambiente d’accordo nel delineare un percorso comune – Gruppo congiunto per la semplificazione.
L’innovazione come leva per creare valore condiviso: è il messaggio che Rossana Revello, Presidente del Gruppo tecnico di Confindustria – di cui fa parte anche Anima – sta portando avanti. Grazie a un road show
Il mese scorso Consob ha pubblicato un rapporto molto letto e discusso perché, dopo aver analizzato il percorso fatto dalle società tra il 2008 e il 2016, ha certificato che la presenza delle donne nei consigli di amministrazione aumenta la redditività delle aziende. Nello stesso studio, però, l’organismo di controllo delle società quotate ha messo un avvertimento: perché il risultato vi sia, serve una ragionevole “massa critica”.
Un Salone pieno di vita e di idee che ha offerto tanti stimoli. Un Salone che favorisce il networking, lo scambio, la contaminazione. Un Salone che può essere considerato un termometro per misurare la crescita dell’impegno per la sostenibilità.
Un viaggio per attivare energie positive e condividere idee». Rossella Sobrero descrive così il “suo” Salone della Csr e dell’innovazione sociale.
Italia in grave ritardo: peggiorano povertà, disuguaglianze e qualità dell’ambiente. Il Governo adotti con la Legge di Bilancio misure per garantire la sostenibilità economica, sociale e ambientale del Paese e avvii la Commissione nazionale per il coordinamento delle politiche per lo sviluppo sostenibile istituita a Palazzo Chigi.
La Fiducia genera futuro. Consente di vedere il mondo da un’altra prospettiva, produce valore, crea circuiti di positività. Fa bene, insomma, e allarga il cuore. E forse abbiamo tutti bisogno di poterci dare un po’ di più di chi ci sta vicino e del mondo in cui viviamo. Non in maniera superficiale, ma con cognizione di causa. Un anno fa, il 19 settembre, è cominciata l’avventura di questo inserto ed eravamo sicuri di andare incontro ad una richiesta precisa dei nostri lettori
I colleghi Paolo Venturi e Flaviano Zandonai avevano quantificato in circa 62.000 le imprese profit operative nei settori «sociali» (sanità,assistenza sociale,cultura..) e sono in continuo aumento.
Credo però si debbano assumere decisioni operative per coinvolgere i 4.2 milioni di imprese italiane a sviluppare la loro responsabilità sociale e di welfare. Infatti l’approccio giuridico nella realtà è superato dal valore sociale che una parte delle aziende profit hanno posto nella loro formula imprenditoriale per avere successo di business. Esso è sempre più collegato con il valore aggiunto sociale percepito dai consumatori e dalla comunità.
A quasi 5 anni dalla firma degli Accordi di Parigi per il 2030 una prima pagella sulla situazione dei 150 Paesia derenti. Insufficienze per tutti e 17gli obiettivi di sostenibilità fissati. Dove andiamo peggio? In tema di consumi e rifiuti l’Italia è al 29esimo posto, «ma sulla tutela della biodiversità diamo lezione a molti»
Non più usa e getta, ma usa e riciclia. Il futuro del manifatturiero è nel riutilizzo dei materiali già usati, nel taglio dei consumi di materie prime vergini, nella riduzione dei rifiuti e dello spreco energetico. Ce lo dice l’Europa, ma ce lo dicono anche i bilanci delle imprese impegnate nella rivoluzione circolare, che corrono più delle altre.