“Relazioni industriali più efficienti” di Michele Tiraboschi Il Sole 24 ore – 24 aprile 2018
La Gig economy impone modelli partecipativi e un welfare adeguato ai tempi.
La Gig economy impone modelli partecipativi e un welfare adeguato ai tempi.
Cresce l‘attenzione degli investitori per i criteri della finanza socialmente responsabile. I più facoltosi sono i più disponibili. Le aziende che rispettano l’ambiente insieme a quelle che hanno più sensibilità sociale e di governance offrono performance migliori.
Il welfare piace e convince sempre di più anche le pmi inizialmente scettiche o diffidenti. Aumenta il numero delle piccole e medie imprese che investe in benessere: il 32,5% delle realtà che ha contratti integrativi, aziendali e territoriali, ha siglato accordi in tal senso.
Dopo le prime sei tappe in Lombardia da Milano a Mantova è arrivato a Brescia il Festival itinerante sulla «cultura del dono». Non richiede per forza denaro ma un atteggiamento di vita. E in questo senso il mondo è pieno di «piccoli, anonimi Bill Gates».
Il Premio, promosso dalla Fondazione Marisa Bellisario – in partnership con Confindustria – è un riconoscimento ma anche un incentivo rivolto alle grandi imprese che si siano particolarmente distinte nel campo della parità di genere e della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, attuando politiche concrete e innovative.
Per scalare davvero e uscire dalla nicchia la finanza a impatto sociale ha bisogno di creare un econosistema e di sostenere la sperimentazione di modelli di successo, che possano poi essere replicati.
Focus su formazione, passaggio generazionale, filiere e sostenibilità. È con questa visione che Confindustria Piccola Industria e Intesa Sanpaolo hanno firmato un addendum all’accordo triennale firmato a novembre 2016
Il 10 maggio a Montecitorio la cerimonia in memoria dell’economista. Quattordici le onorificenze assegnate.
Un’ economia inclusiva e una crescita che possa eliminare i divari sociali. Questo il messaggio del primo giorno del Forum sull’economia sostenibile organizzato da Confindustria e dalla Comunità di San Patrignano.
Uno studio di qualche anno fa aveva evidenziato come una differenza di salario all’ingresso nel mondo del lavoro di 5mila euro lordi annui fra due colleghi, a favore dell’uomo, in assenza di promozioni o aumenti ad personam, era destinata a crescere a oltre 14mila euro, assumendo come ipotesi un aumento di entrambi gli stipendi del 3% annuo. Forse non scandalizza né la differenza di 5mila euro a inizio carriera, né quella di 14mila a fine carriera, ma certo fa riflettere la somma delle differenze salariali anno per anno che al momento della pensione danno una cifra di 316mila euro. Vale a dire la possibilità o meno, ad esempio, di comprarsi una casa.