Presentato il 1° Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale

Welfare aziendale: un valore potenziale di 21 miliardi di euro se esteso a tutti i lavoratori del settore privato. Solo il 17,9% degli occupati sa esattamente cos’è. Per il 58,7% meglio le prestazioni di welfare degli aumenti retributivi. Favorevoli soprattutto i dirigenti, i laureati e gli occupati con redditi elevati, meno consenso tra operai e lavoratori con stipendi bassi, alle prese con una «fame» arretrata di reddito (+178% di famiglie operaie in povertà assoluta tra il 2008 e il 2016). I servizi più richiesti? Polizze sanitarie e previdenza integrativa. Questi i principali risultati del Rapporto presentato lo scorso 24 gennaio.

“La leva dei privati per promuovere la cooperazione” di Nicoletta Picchio – Il Sole 24 ore – 25 gennaio 2018

Aumentare le risorse per la cooperazione alla sviluppo nel nostro paese, ma anche in Europa. Mettendo insieme tutti i soggetti: istituzioni pubbliche e private, mondo imprenditoriale, università, associazioni. Per l’Italia l’obiettivo è di portare gli investimenti nella cooperazione dallo 0,28 attuale allo 0,5% rispetto al Pil. Lo ha affermato il ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, alla Conferenza nazionale della cooperazione alla sviluppo.

“Chi pagala sostenibilità?” di Fausta Chiesa – Buone Notizie – Supplemento de Il Corriere della Sera – 23 gennaio 2018

Andare oltre i bilanci sociali e le azioni di corporate social responsibility. Alcune aziende misurano anche in altri modi l’impegno su collettività e ambiente e i compensi dei loro top manager variano sulla base di questi obiettivi raggiunti. L’inchiesta di Buone Notizie fra le 40 maggiori società quotate  in Borsa.

“Il welfare 2.0 unisce profit e nonprofit” di Andrea Di Turi – Avvenire – 17 gennaio 2018

Secondo il Global Entrepreneurship Monitor, il 3-4% delle nuove imprese su scala mondiale ha dichiaratamente una missione sociale. È il doppio rispetto a dieci anni fa. E in alcuni Paesisi arriva al 10%. C’è voglia di fare impresa sociale, insomma e l’Italia non fa certo eccezione, specie dopo le novità introdotte al riguardo dalla Riforma del Terzo settore.