di Rosaria Amato.
ROMA – L’Italia è ferma, immersa in un “letargo esistenziale collettivo”, la politica tenta di “trasmettere coinvolgimento e vitalità al corpo sociale”, ma non ci riesce. Una sorta di “limbo italico”, dice il presidente del Censis Giuseppe De Rita, citando Filippo Turati, fatto di “mezze tinte, mezze classi, mezzi partiti, mezze idee e mezze persone”. Eppure, osserva il Rapporto Censis 2015, gli italiani si muovono, non più come collettività, certo non dentro un “progetto generale di sviluppo” che non esiste più da tempo, ma da singoli, all’interno magari di piccoli territori, o di piccoli gruppi sociali. Mettono a reddito il patrimonio immobiliare (560.000 bed&breakfast con un rispettabile fatturato di 6 miliardi di euro), inventano nuove forme di imprenditoria all’insegna dell'”ibridazione”, coniugando gastronomia e turismo, design e artigianato, moda e piattaforme digitali. I giovani partono, le famiglie ricominciano ad acquistare case e beni durevoli, privilegiando in particolare auto ed elettrodomestici.
E poi usano l’home banking, sperimentano le forme più innovative di sharing economy, si attrezzano, producono. Senza mettersi in gioco fino in fondo però:
Il Rapporto 2015 sullo stato del Paese: gli italiani non si muovono più da collettivo, ma da singoli e in gruppi, piccoli o locali. Il risparmio ha fatto da scialuppa di salvataggio nella crisi, le nuove spese tornano ad andare verso il mattone e i beni durevoli. Nel lavoro una ripartenza “selettiva”: emergenza per i giovani
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