Distanti. Ancora troppo distanti. E se si avvicinano si parlano e si capiscono poco. Perché scuola e lavoro in Italia continuano ad essere due mondi separati. Quando invece, quasi la metà degli studenti vorrebbe maggiori rapporti con aziende e imprese. Non solo. Se l’88% delle aziende dichiara di avere contatti con il mondo scolastico e universitario, sostiene anche però che questi contatti arrivano troppo tardi. In tutto ciò, insegnanti e genitori sembrano su fronti opposti e anziché collaborare, hanno ognuno una percezione negativa dell’altro.
La fotografia è della ricerca «Istruzione e conoscenza: occupazione e progresso per l’Italia?» realizzata dalla Deloitte che analizza il sistema scolastico italiano e si chiede: «Istruzione e conoscenza, come renderle il motore di sviluppo del nostro Paese?». E lancia un «Manifesto nazionale dell’istruzione e della conoscenza». Come? «L’Italia ha un sistema scolastico con punti di forza da cui partire e con aree da migliorare», spiega Andrea Poggi, partner Deloitte e responsabile StrategyConsulting, autore della ricerca con Luigi Onorato. In un Paese dove la disoccupazione giovanile supera il 40% e dove i ragazzi che non studiano né cercano un lavoro (i «né né») sono il 26%, ben sopra la media europea (16%), la ricerca evidenzia come «1 studente su 3 non si assumerebbe se fosse un imprenditore e 1 su 4 non sa cosa fare da grande», sottolinea Onorato.