Sono di più e sono anche più preparate ai nastri di partenza. Eppure ai traguardi più alti della carriera ci arrivano in poche. Troppo poche. Perché l’università italiana, nonostante qualche timido cambiamento negli ultimi anni, resta più che in altri settori della pubblica amministrazione ancora appannaggio degli uomini, soprattutto nei gradini più alti: l’ambita cattedra o la poltrona di rettore.
Che il gender gap accademico sia profondo è noto. Ma l’ultima fotografia contenuta in una indagine realizzata dal centro studi Here (Higher education research) della Fondazione Crui (conferenza dei retori) che sarà presentato oggi alla Bicocca di Milano in un incontro internazionale fa emergere questo divario con una nitidezza incredibile.