«Un’azienda come Terna, che riveste un importante ruolo di sviluppo infrastrutturale per il territorio, ha per natura sensibilità e attenzione per la sostenibilità». Giovanni Buttitta, direttore relazioni esterne e Csr di Terna racconta come per il gestore delle rete elettrica nazionale la responsabilità sociale sia sempre più una necessità e un fattore fondamentale del business. Il gruppo, primo operatore indipendente in Europa con 72mila chilometri di linee gestite, lavora per un’integrazione sempre più stretta tra Csr e aspetti finanziari: «Quest’anno – ha detto Buttitta – per la prima volta il long term incentive legato al pacchetto retributivo dell’amministratore delegato comprende anche un obiettivo di sostenibilità, ovvero il posizionamento nel Dow Jones Sustainability Index».
Come cambia la Csr aziendale e il ruolo del sustainability manager per effetto del traino dei consumatori e degli stakeholder?
Fino a qualche anno fa c’era quasi una divisione tra ciò che riguardava la produzione di valore e quanto era invece legato alla Csr, ma oggi per Terna le attività di core business sono completamente in linea con la sostenibilità: l’attenzione al territorio e ai temi di governance, sociali e ambientali è andata sempre crescendo dal 2005. Gli ultimi due aspetti, in particolare, sono strettamente collegati nelle attività di ascolto delle esigenze dei cittadini e dei territori, cui Terna dal 2015 ha iniziato a dare anche una formalizzazione con gli Open Day. Sono incontri pubblici con le popolazioni locali per spiegare loro le esigenze di sviluppo della rete che hanno originato la necessità di un progetto, durante i quali l’azienda si rende disponibile a raccogliere osservazioni e richieste di chiarimenti: un nuovo strumento di stakeholder engagement. Terna, inoltre, nel suo bilancio integrato conduce un’analisi di materialità degli stakeholder – è una delle poche aziende a farlo – e investe in maniera crescente in formazione dei dipendenti, anche sui temi della sostenibilità sociale.
Come cambia la Csr aziendale e il ruolo del sustainability manager per effetto del traino degli investitori?
Grazie ai progressivi miglioramenti registrati su tutti i fronti della sostenibilità, nel corso dell’ultimo decennio sono saliti da 2 a 10 gli indici di sostenibilità di rilevanza internazionale in cui è inclusa Terna. Nel 2015 Terna ha ottenuto il riconoscimento di industry leader nel settore delle electric utilities a livello globale del Dow Jones Sustainability Index. Un’attenzione crescente ai temi della sostenibilità che ha fatto crescere gli investitori attenti a tematiche etiche, che oggi rappresentano il 10% circa degli investitori istituzionali presenti nel capitale di Terna.
Come cambia la Csr aziendale e il ruolo del sustainability manager per effetto della direttiva sulla comunicazione delle informazioni non finanziarie che sarà introdotta a partire dal prossimo anno?
Con le nostre attività di reporting abbiamo anticipato la direttiva. Terna, infatti, realizza da 3 anni un report integrato e si attesta tra le prime società in Italia e nel mondo a farlo. Ha partecipato in maniera attiva al Pilot Program dell’Iirc (International Integrated Reporting Council) per la costruzione delle linee guida stesse, al momento punto di riferimento in materia. Nel rapporto integrato di Terna vengono illustrati non solo i risultati finanziari ma in modo molto completo anche quanto è stato fatto per la sostenibilità di questi risultati attraverso investimenti nei capitali intangibili (capitale umano, conoscenze tecniche, capitale relazionale).
Quale consapevolezza ha l’azienda dell’importanza strategica delle variabili non financial (environmental, social e governance)?
Molto alta e diffusa. Per Terna la sostenibilità non è solo rendicontazione delle performance ambientali e sociali. L’azienda si è dotata di un piano di sostenibilità: tenere conto degli obiettivi del piano e della necessità di tenere buone relazioni con gli stakeholder è diventato parte della gestione aziendale ordinaria. Si pensi che quest’anno per la prima volta il long term incentive legato al pacchetto retributivo dell’amministratore delegato comprende anche un obiettivo di sostenibilità, ovvero il posizionamento nel Dow Jones Sustainability Index.
Quale integrazione ha sviluppato l’azienda nel reporting delle variabili non financial (capitale umano, intellettuale, sociale e territoriale)?
Come detto prima, Terna è stata tra le prime società in Italia e nel mondo a realizzare un report integrato, già da tre anni, oltre al bilancio di sostenibilità, quest’anno alla sua undicesima edizione. L’integrazione è stata un scelta volontaria: essendo arrivati a un livello molto dettagliato di analisi, volevamo far crescere l’attenzione sugli indicatori propri dell’attività elettrica e di trasmissione. Inoltre, ritenevamo importante l’integrazione per cambiare la cultura aziendale. Questo anche per valorizzare gli impatti ambientali e sociali positivi della nostra attività: nel 2015 le emissioni dirette di Co2 sono diminuite del 14%, la quota di rifiuti riciclabili provenienti dallo smantellamento di nostre infrastrutture ha raggiunto il 92% e il 97% del personale ha seguito programmi di formazione, per una media di 56 ore pro capite. Il rapporto di sostenibilità del 2015 riporta risultati che per l’azienda sono in molti casi i migliori di sempre.
Quali sono state le principali attività Csr del 2015?
Sul fronte interno, il varo del modello di gestione dei soggetti portatori di interesse, con un aggiornamento della mappa degli stakeholder. Sul fronte esterno, come detto prima, la formalizzazione della relazione di ascolto dei territori: abbiamo organizzato sei Open Day, che aumenteranno nel 2016. Inoltre, abbiamo collaborato con alcune realtà territoriali mettendo loro a disposizione terreni ed edifici: in Sicilia, per esempio, alcuni nostri spazi e immobili sono utilizzati da associazioni locali per progetti di formazione e creazione di nuove opportunità di lavoro.
Su quali aspetti delle policy di sostenibilità vuole puntare l’azienda per i prossimi anni e quali obiettivi si è data in ambito Csr per il futuro?
L’obiettivo primario è allineare i piani di sostenibilità di Terna con i 17 Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite. Puntiamo a concludere l’analisi di materialità per far crescere sempre di più l’attenzione alla sostenibilità su tutta la filiera. Inoltre, continueremo a lavorare per strutturare gli Open Day e saremo impegnati nel programma Next Energy, avviato con la Fondazione Cariplo e PoliHub con l’obiettivo di accelerare l’occupazione e l’imprenditorialità giovanile nel settore elettrico. Si tratta di due bandi per giovani talenti e start up: un’esperienza di open innovation su cui Terna punta in maniera particolare.