Sabato 8 ottobre alle ore 18,00 a Roma nella Sala Spazio D del MAXXI, Via Guido Reni 4, si terrà “Il Medio Oriente si racconta, voci e sguardi dall’area.” Un incontro di riflessione che unisce la testimonianza dei volontari impegnati al fianco della popolazione al lavoro di narrazione e di denuncia di quanto accade nell’area mediorientale dei giornalisti. L’evento è inserito tra gli appuntamenti a latere della Mostra “Nome in codice: Caesar. Detenuti siriani vittime di tortura”, esposizione promossa da Amnesty International Italia, Articolo 21, FNSI – Federazione Nazionale della Stampa Italiana, FOCSIV – Federazione degli Organismi Cristiani Servizio Internazionale Volontario, Un Ponte Per e l’Unione delle Università del Mediterraneo.
L’incontro organizzato da FOCSIV insieme a FNSI vuole mettere in evidenza da un lato, con la testimonianza di Suor Hanan Youssef, libanese delle suore di Nostra Signora del Buon Pastore, Terry Dutto, capo progetto FOCSIV Kurdistan, e di Mons. Paolo Bizzeti, Vicario apostolico dell’Anatolia, come oggi si viva e quali siano le necessità e le speranze della popolazione mediorientale e dall’altro con il racconto dei giornalisti Amedeo Ricucci, inviato del TG 1, Luca Geronico, giornalista esteri di Avvenire, Lorenzo Cremonesi, giornalista del Corriere della Sera, Cristiano Tinazzi*, giornalista de Il Messaggero, quali siano le prospettive e il futuro per questa area secondo la loro conoscenza dei luoghi e delle vicende. Accompagna l’incontro Giovanni Lamanna, Rettore dell’Istituto Massimo a Roma.
Nel corso dell’incontro, inoltre, sarà presentata “Humanity”, la nuova campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi promossa da FOCSIV insieme a 6 tra i suoi Soci, per permettere che il lavoro svolto in questi anni a fianco delle migliaia di uomini e donne in fuga nell’area mediorientale possa proseguire. Un consorzio che accoglie i rifugiati e i profughi nei campi in terra libanese, giordana, turca e irachena; che si pone a fianco alla popolazione in alcune città siriane assediate; che si occupa e preoccupa dell’educazione e della formazione professionale, dello sviluppo agricolo, del benessere sanitario e psicologico, della disabilità e delle necessità e bisogni di tanti uomini e donne del Medio Oriente travolti da questi tragici anni.
“Nome in codice: Caesar. Detenuti siriani vittime di tortura”, la Mostra già esposta alle Nazioni Unite di New York, alla Commissione Affari Esteri del Congresso degli Stati Uniti, al Museo dell’Olocausto di Washington e nelle principali città europee per la prima volta viene presentata in Italia. È una selezione rigorosa di immagini scelte tra i 55.000 scatti fotografici prodotti da Caesar, pseudonimo attribuito ad un ex-ufficiale della Polizia Militare siriana incaricato di fotografare la morte e le torture subite dai detenuti nelle carceri di Bashar al Assad tra il 2011 e il 2013. Una macabra documentazione voluta da un regime che non ha la benché minima compassione neanche di fronte la morte.
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La Mostra con ingresso gratuito osserva il seguente orario:
- Mercoledì 5 ottobre dalle ore 18,00 alle ore 20,00
- Giovedì 6 e Venerdì 7 ottobre dalle 11,00 alle 19,00
- Sabato 8 ottobre dalle ore 11,00 alle 22,00
- Domenica 9 ottobre dalle 11,00 alle 19,00
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