Pressing delle imprese per un’alleanza che favorisca gli investimenti: destinare l’art bonus anche alle strutture private che svolgono una funzione pubblica e sociale
Gli Stati Generali della Cultura de Il Sole 24 Ore tornano a far discutere per porre l’accento sulle nuove frontiere, sul bilancio del difficile tempo della pandemia e sulla progettualità futura. Molti i partecipanti, oltre 3.000 collegati nell’incontro a distanza aperto da un intervento del direttore del Sole 24 Ore, Fabio Tamburini, e nel quale hanno dato il loro contributo i protagonisti, gli amministratori pubblici e le associazioni di categoria, imprese e operatori, studiosi e artisti.
Una intensa giornata aperta dal ministro della Cultura Dario Franceschini e chiusa dalla ministra dell’Università e Ricerca Maria Cristina Messa. Ma andiamo con ordine, al centro del dibattito la sfida di un’allenza vincente tra pubblico e privato per il rilancio del nostro patrimonio culturale al fine di cogliere tutte le opportunità del Recovery Plan. Bisogna cercare il punto di equilibrio sui beni culturali tra l’indirizzo e il controllo dello Stato e la gestione affidata ai privati perché: «Per potenziare il settore della cultura in Italia occorre superare lo statalismo e valorizzare le imprese» ha premesso Luigi Abete, presidente dell’Associazione imprese culturali e creative.
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