Dietro ad un termine che per noi italiani può apparire un po’ ostico e difficile da pronunciare come “crowdfunding” si nasconde uno strumento di raccolta fondi che, per sua stessa natura, è democratico.
L’Associazione Civita da tempo monitora le opportunità di applicazione di questo strumento, come testimoniato dal fatto che già nel 2017 avevamo realizzato il volume “Il crowdfunding nel settore culturale e creativo”: uno dei primi studi approfonditi realizzati in Italia sulla nascita e l’avvento del crowdfunding con un focus sulle potenzialità di applicazione a sostegno della progettualità culturale e artistica.
Il motivo per il quale proseguiamo ad essere particolarmente sensibili allo studio del fenomeno “crowdfunding” affonda le sue radici nella mission e nei valori fondanti dell’Associazione Civita. La nostra è un’associazione culturale che da 35 anni prova a far lavorare insieme e a connettere mondi molto distanti fra loro: quello delle imprese, quello delle Istituzioni e quello degli operatori della cultura e dell’informazione: l’obiettivo è di valorizzare, con tale contaminazione, il patrimonio artistico e culturale nella accezione più ampia del termine, patrimonio che è la vera identità competitiva dell’Italia, lo strumento per eccellenza di coesione sociale e di crescita e un motore di sviluppo economico. Per questo motivo oggi siamo confortati dalla posizione dell’Unione Europea che, per rilanciare il nostro Paese dopo la pandemia, ha deciso di puntare sulla centralità della cultura e sull’idea che il nostro continente sia e debba essere all’avanguardia nel nuovo modello di produzione sostenibile e nella capacità di puntare alla creazione di valore non solo economico ma anche ambientale e sociale.
Da qui l’interesse dell’Associazione Civita per la sostenibilità, con indagini e approfondimenti verticali utili a capire qual è l’apporto che il mondo della cultura può dare alla sostenibilità, nella duplice accezione di cultura della sostenibilità e sostenibilità della cultura.