La presidenza italiana del G7 ha deciso di mettere sul tavolo una “road map” che contiene impegni specifici, e misurabili negli anni, sui temi che riguardano il potenziamento delle capacità delle donne: dalla formazione digitale – quella condizione per lavorare nel mezzo di una rivoluzione tecnologica che sta travolgendo i vecchi scenari occupazionali – al superamento della disparità dei salari, che è in effetti un disincentivo professionale. Si discuterà se e come introdurre, nelle politiche economiche e sociali, un “bilancio di genere”. Al tempo stesso, verranno assunte decisioni comuni per contrastare la violenza contro le donne, incluso il traffico illegale e forzato di ragazze dai paesi africani.
Il G7 delle donne verrà preparato da un incontro internazionale che si terrà nei prossimi due giorni al Ministero degli Esteri, con esponenti del business, della società civile, delle Nazioni Unite. E’ una alleanza necessaria per riuscire.
La battaglia per il futuro delle ragazze – del loro lavoro, della loro sicurezza, del loro ruolo nella società – non è una pura rivendicazione “di genere”. E’ in realtà la battaglia per un futuro economicamente e socialmente sostenibile. Ciò vale per i nostri paesi; e vale tanto di più laddove i diritti delle donne non sono ancora acquisiti.
Per vincere tale battaglia, antica e nuova al tempo stesso, è indispensabile una sorta di “Nuovo Patto” fra uomini e donne. Stereotipi, resistenze e tensioni vanno finalmente superati. Ed è importante che governi e imprese si muovano nella stessa direzione, assumendo ciascuno la propria quota di responsabilità. Solo così, in un G7 che vede le donne come una risorsa essenziale, la mappa che deve guidarci non resterà sulla carta.