Una giornata di dibattito sul futuro del settore, alla luce delle novità dei decreti del Terzo settore
Il titolo non è scelto a caso: «Anno uno». Perché la riforma del Terzo settore, sempre in attesa dei decreti attuativi, ha segnato il punto e a capo per la storia dell’impresa sociale in Italia. “Già con le cooperative sociali siamo stati per anni una grande forza. Ma la riforma apre a mondi più vari e non strettamente legati al welfare tradizionale. Questo passaggio ci consentirebbe davvero di diventare motore del Paese”. Ne è convinto Stefano Granata, presidente di Cgm, il più grosso raggruppamento di imprese sociali in Italia (con quasi 800 iscritti e 63 consorzi).
Ma il lavoro da fare è parecchio: aspettare i decreti attuativi, anzitutto, fare rete superando steccati, inventare una sinergia virtuosa fra mondi non ancora abituati a lavorare insieme e trovare strumenti finanziari innovativi di sostegno.