Con l’approvazione dei bilanci chiusi a dicembre 2017, in forza di una legge dello scorso anno che recepisce la direttiva dell’ Unione Europea 254/2016 , le società quotate — oltre alle banche e alle assicurazioni — sono tenute a pubblicare una «dichiarazione non finanziaria» (su base individuale o consolidata) nella quale dar conto delle politiche praticate, dei risultati conseguiti e dei principali rischi in ambito di tutela dell’ambiente, personale, comunità di riferimento, rispetto dei diritti umani e lotta alla corruzione.
Si tratta del cosiddetto «bilancio sociale» che già diversi gruppi preparavano volontariamente, sul quale da tempo esistono linee guida internazionali e al quale diversi codici di corporate governance fanno iferimento, incluso quello italiano.