Realacci, presidente di Symbola: alla vigilia della COP28 sul clima di Dubai. Presentato con Unioncamere, il rapporto Greenitaly che svela un’Italia sorprendentemente attenta, in molti settori, alla transizione verde.
Lei è stato un pioniere delle tematiche ambientali, ai tempi di Legambiente. Negli anni ‘8o c’era chi vi prendeva per visionari… «L’atteggiamento prevalente era: tutto questo verrà dopo, nel futuro. Adesso occupiamoci di cose serie, soprattutto dell’economia…». Il tempo è passato. E vi ha dato amaramente ragione. La sensibilità sul tema è cresciuta. Come? «Purtroppo c’è l’evidenza dei problemi. Sono argomenti che definirei testardi: il cambiamento climatico e i gravissimi rischi che comporta lo sono e toccano la vita vera di tutti. In provincia di Treviso ci sono prenotazioni fino a marzo per riparare le auto danneggiate dalla grandine pano questi danni?». Oggi c’è anche la forte attenzione delle figure istituzionali. «Negli ultimi mesi le prese di posizione di papa Francesco, con l’esortazione Laudate Deum, e del presidente Sergio Mattarella in più occasioni sono state molto nette. Sono capitoli essenziali proprio in vista di COP28 a Dubai». Il rapporto Greenitaly racconta una realtà contraddittoria. «Per questo rapporto, che nei prossimi giorni sarà sottoposto all’attenzione del capo dello Stato, abbiamo adottato un ragionamento induttivo: cercare in Italia le radici di un futuro possibile. Siamo molto deboli quando dobbiamo varare politiche pubbliche.