Il Rapporto mondiale sulla Felicità del 2018 presentato in questi giorni di vigilia della Giornata della felicità che l’Onu ha deciso di celebrare il 20 marzo di ogni anno fornisce indicazioni interessanti non solo a livello globale, ma anche per l’Italia.
Il nostro, infatti, resta tra i Paesi peggiori per variazione del livello della soddisfazione di vita negli ultimi tre anni (119ª su 141) pur mantenendo una buona posizione a livello assoluto (47ª).
L’analisi delle determinanti della soddisfazione di vita sui dati individuali a livello mondiale conferma che sei variabili spiegano tre quarti delle differenze tra Paesi. Si tratta di due variabili la cui importanza appare scontata (reddito e salute), due variabili “politiche” (libertà di iniziativa e assenza di corruzione) e due variabili legate alla dimensione interpersonale (qualità della vita di relazioni e gratuità, ovvero il saper dar spazio nella propria vita a comportamenti che incidono positivamente sulla vita di altri senza chiedere nulla in cambio).
Il rapporto approfondisce in uno dei suoi capitoli anche il tema del rapporto tra migrazioni e soddisfazione di vita.
Scarica l’articolo di LEONARDO BECCHETTI