Un settore dove esiste «una misoginia immensa». Dove «le donne vengono più spesso messe in discussione, ignorate e interrotte» e chi ha successo si guadagna le promozioni «con molta maggior fatica rispetto agli uomini».
Così si raccontavano le professioniste al Financial Times in occasione della quarta indagine annuale pubblicata dal giornale inglese su donne e asset management.
Era solo un mese fa. Perché la finanza è sempre stata un campo tra i più ostili alle donne. Un club per soli uomini, visto il potere che dà.
Per rompere questo monopolio il governo inglese ha lanciato il Women in Finance Award, un premio per le donne che più si sono distinte su questo terreno difficile.
Al suo esordio a Londra, un anno fa, è stato un successo. E adesso arriva in Italia, primo Paese a sperimentarne l’efficacia, per allargarsi un domani — questo l’auspicio — ad altre nazioni europee. Fare rete. La rete delle donne in tempi di Brexit.
In Italia l’ambasciata inglese ha trovato terreno fertile. Promossa insieme allo studio legale Freshfields Bruckhaus Deringer LLP e in collaborazione con Borsa Italiana e con il Corriere della Sera come media partner, l’iniziativa ha avuto l’appoggio di istituzioni come Banca d’Italia e Consob. Le candidature (si può mandare anche la propria) vanno inviate entro il 15 febbraio. Cinque le categorie previste (Cfo of the Year, Financial Adviser of the Year, Fund Manager of the Year, Banker of the Year, Employer of the Year).
La premiazione l’8 marzo nella sede di Borsa Italiana a Milano.
Il Women in Finance Award si inserisce nell’ambito di una serie di progetti tesi a «promuovere il ruolo delle donne nel mondo del lavoro, soprattutto negli ambiti caratterizzati da una prevalenza maschile», spiega Jill Morris, ambasciatrice Uk in Italia.
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