Estrarre risorse, trasformarle per realizzare prodotti che vengono poi consumati e alla fine – a volte troppo presto per via di un’obsolescenza programmata quanto meno discutibile – scartati, generando rifiuti: per sommi capi è questo il cosiddetto paradigma lineare su cui si è fondato finora il nostro modello di sviluppo.
Ma continuare a “bruciare” risorse naturali che impiegano tempi molto più lunghi per ricostituirsi, e dall’altra parte a ingigantire le quantità di rifiuti prodotti creando enormi problemi di smaltimento, è incompatibile con un modello di sviluppo sostenibile.
Dunque serve cambiare o per meglio dire rivoluzionare il paradigma. E in questo senso in tanti guardano al paradigma dell’economia circolare, dove in sintesi i rifiuti, oltre a essere minimizzati grazie a una progettualità diversa ab origine dei processi produttivi, tornano a essere risorse da rimettere quindi in circolo.