I consumatori sono più maturi, smettono (come prima motivazione) di comperare un prodotto quando si sentono presi in giro sulla sua “reale” sostenibilità.
Una presa di coscienza nei confronti degli acquisti green che troppe aziende, ancora oggi, sottovalutano».
Conosce bene il comportamento degli italiani Fabio Iraldo, professore di management della sostenibilità alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa che, con le sue ricerche (tra le più significative sul tema, il «Green Economy Observatory» in collaborazione con la Bocconi di Milano che ha studiato oltre 3.800 aziende) sviscera il rapporto tra i consumi nazionali e le politiche ambientali delle imprese.
Una relazione, quest’ultima, che negli anni si è fatta sempre più complessa: «Ormai — osserva Iraldo — siamo arrivati al punto che il 52%di noi è persino disposto a pagare di più un prodotto che considera “veramente” sostenibile. La propensione, come conferma il «Global Survey of Corporate Social Responsability and Sustainability» di Nielsen, è in aumento del 45%rispetto al 2014.