Oggi vengono presentati solo dal 28% delle principali imprese italiane ma una proposta di direttiva comunitaria prevede delle modifiche alle norme: dal 2026 dovranno provvedere anche le piccole e medie aziende quotate in Borsa
Non sempre alle dichiarazioni di intenti corrispondono azioni concrete. E questo vale anche nel campo della sostenibilità. Praticamente ogni azienda include questo messaggio nelle proprie campagne pubblicitarie e di comunicazione, ma se si va a vedere quante sono quelle che certificano con numeri esatti i risultati dei propri sforzi, i numeri sono drammaticamente bassi. Secondo il report “Sostenibilità alla sbarra”, realizzato dal centro studi ConsumerLab solo l’1,76% delle piccole imprese con più di 20 addetti pubblica un bilancio di sostenibilità, percentuale che crolla allo 0,63% per le aziende con meno di 10 dipendenti. Analizzando le grandi realtà, si scopre che solo il 28,2% delle 1.915 principali imprese italiane presenta un bilancio: di queste le prime 345 banche operanti in Italia si fermano al 18,2%; delle 76 compagnie assicurative il 27,6% lo presenta. Tutto ciò nonostante quasi una pubblicità su cinque diffusa nel nostro Paese (il 19% del totale) inserisca la parola sostenibilità nei messaggi diretti al pubblico: di queste quasi la metà (il 46%) fa riferimento al tema della sostenibilità ambientale.
“La parola sostenibilità è sulla bocca di tutti ma pochi sanno veramente in cosa consista – afferma Francesco Tamburella, presidente di ConsumerLab – Le imprese cercano di vestirsi in ogni modo di sostenibilità come se fosse una nuova certificazione di qualità, ma dall’esame delle loro attività appare evidente che il vero senso di tale concetto è raramente centrato. La comunicazione resa ai consumatori è così fuorviante e ingannevole, perché non ha riscontro in maniera concreta e dimostrata nella realtà”.