MILANO
Gli italiani sono, anche, un popolo di filantropi. Nel senso che il settore della filantropia istituzionale in Italia non sfigura di certo quando lo si guarda in una prospettiva europea e internazionale. Come ha confermato ilGlobal Philanthropy Report, approfondita analisi sulle tendenze e gli scenari della filantropia nel mondo appena pubblicata dall’Hauser Institute for Civil Society della Harvard Kennedy School, per conto di Ubs. Dallo studio, che ha richiesto tre anni di lavoro impegnando team di ricerca in una ventina di Paesi, emerge innanzitutto che la filantropia a livello globale è in crescita ed è vivace. Insomma, gode di ottima salute.
Anche per ragioni di età: il 72% delle fondazioni oggi esistenti, infatti, sono state costituite negli ultimi venticinque anni. Contrariamente a quello che si potrebbe supporre, non sono gli Stati Uniti la patria della filantropia, bensì l’Europa: la larga maggioranza degli enti filantropici (il 60%, sugli oltre 260mila considerati nel rapporto, da una quarantina di Paesi) ha sede nel Vecchio continente, contro il 35% basato oltreoceano. Il che però significa che la filantropia è molto concentrata in determinate aree del pianeta, come accade del resto all’interno della stessa Europa, dove il 90% delle erogazioni è riconducibile a realtà filantropiche di soli sette Paesi.
Il tasso di concentrazione risulta elevato anche quando si considerano i settori in cui prevalentemente la filantropia opera: davanti a tutti c’è l’istruzione, seguita da servizi alla persona,welfare, salute, arte e cultura. Il patrimonio complessivo delle fondazioni è di 1.500 miliardi di dollari. Se si guardano gli asset, la concentrazione è a favore degli Stati Uniti, con il 60% (il 37% in Europa). Il 90% delle fondazioni ha però un patrimonio tutto sommato modesto, inferiore ai dieci milioni di dollari. Le erogazioni, invece, ammontano complessivamente a circa 150 miliardi di dollari.
L’Italia, dicevamo. Il report ha censito nel nostro Paese più di 6mila fondazioni filantropiche e ne ha stimato il patrimonio complessivo in quasi 87 miliardi di dollari(circa 72 miliardi di euro, quasi il 5% del Pil nazionale). Il che ci vale il quinto posto dietro a Stati uniti (890 miliardi di dollari), Olanda (108), Germania (93) e Svizzera (88), di poco davanti al Regno Unito (84) ma di molto sopra Francia (29,6) e Spagna (29). Siamo un po’ più indietro, al decimo posto con il Messico, in termini di erogazioni complessive (1,4 miliardi di dollari), ma bisogna considerare che le maggiori realtà filantropiche italiane, essendo fondazioni bancarie, sono tenute a conservare il loro patrimonio e a gestirlo oculatamente perché da quello traggono le risorse da investire nel sociale. Il report sottolinea inoltre come l’impianto giuridico e fiscale di cui l’Italia si è dotata in materia di enti filantropici abbia influenzato positivamente lo sviluppo del settore.