Il libro di Myrta Merlino, che verrà presentato il prossimo 20 gennaio presso l’Associazione Civita a Roma, nasce da un’immagine. Quella di Toya, madre nera che va a tirar via suo figlio, a suon di schiaffi, da un corteo pericoloso. E prosegue con degli incontri con madri famose e sconosciute, ignote e dimenticate, eroiche e ordinarie.
A cominciare da Sandra, che a vent’anni, innamorata e incinta, sceglie di prendersi cura di un neonato non suo, un bambino imperfetto, perché possa morire tra le braccia di una madre. Poi Giuseppina, due volte mamma insieme alla sua compagna Raphaelle. Cecilia e la sua battaglia per scoprire la verità sulla misteriosa morte del figlio avvenuta in Messico. Gabriella e l’amore smisurato per un figlio ingombrante come Fabrizio Corona. La maternità negata di Martina Levato oppure quella diventata bandiera politica come per Dorothy, la madre di Hillary Clinton. La fuga verso la salvezza di Stephanie e la lucidità di Micaela, madre e preside nel liceo coinvolto nello scandalo delle baby squillo. E infine l’incontro con Emma, leader radicale, e Veritas, suora di accoglienza. Perché le donne trovano sempre un modo di essere madri. Anche quando non lo sono. Madri parla di noi. Noi mamme italiane, fortissime e ostinate, fragilissime e imperfette.
Ogni storia ci interroga su come siamo, come vorremmo diventare e come non dovremmo essere.
La maternità unisce tante donne (forse tutte), ma ognuna pensa che sia solo sua. Se solo riuscissimo a usare tutto il nostro amore “per sempre”, potremmo cambiare i nostri figli, il loro futuro e dunque il nostro Paese.