Si fa sempre più strada nelle grandi aziende il ruolo di Chief Sustainability Officer. Anche in Italia, il mercato richiede un nuovo modo di affrontare la sostenibilità aziendale, più concreto e strutturato.
Da elemento marginale a parte integrante del business aziendale, la sostenibilità si sta ritagliando uno spazio sempre più ampio all’interno delle grandi compagnie globali, anche quelle italiane. Ad attestarlo è la recente indagine “Crescere ancora – La next generation di leader in sostenibilità”, condotta dalla società Usa di consulenze aziendali Spencer Stuart.
Un esempio concreto di questa crescita? All’interno dei grandi gruppi globali il Chief Sustainability Officer, ruolo relativamente recente, in pochi anni ha raddoppiato la propria presenza. Quella del CSO, in alcuni casi, è una figura manageriale che tende ad avvicinarsi a quella del CEO: la società Stuart Spencer, nello studio, arriva ad ipotizzare una futura fusione dei due ruoli.
Anche in Italia, afferma il consulente della società Usa Gianluca Bianchi, la sostenibilità si sta smarcando dal ruolo marginale riservato alla sua declinazione in CSR (Responsabilità Sociale d’Impresa) per diventare un tema più complesso e più influente nelle politiche decisionali aziendali. “Oggi le aziende sono sempre più coscienti che si tratta di una cultura insita nell’attività d’impresa e che esiste un legame sempre più stretto tra sostenibilità e performance”.
Dobbiamo quindi aspettarci un’evoluzione del settore nei prossimi anni, confermata anche dalle abitudini e dai desideri dei consumatori, sempre più attenti alla sostenibilità dei propri acquisti. Secondo i dati raccolti dall’indagine Waste Watcher di Swg/ Last Minute Market, ben 3 italiani su 4 (il 74% degli intervistati) afferma di credere nella sostenibilità non solo come rispetto dell’ambiente, ma anche come motore per la crescita e lo sviluppo economico.
Quale sia l’idea diffusa di sostenibilità, però, è un tema sul quale soffermarsi: non sempre il concetto astratto assume una corretta declinazione pratica. Un esempio? La ricerca Waste Watcher rivela che il 91% degli italiani considera gravissimo lo spreco alimentare e che, per questo, il 76% incolpa principalmente la filiera della produzione, della distribuzione e la ristorazione. Invece, è proprio lo spreco domestico a incidere sul totale per il 60% – 70%.
La principale sfida, oggi, è dare contorni concreti alla sostenibilità e, per le aziende, capire come i valori ad essa correlati si tramutino in effettivi comportamenti d’acquisto. Proprio in questa direzione volge lo sguardo il nuovo Bollettino della Sostenibilità – http://nonsoloambiente.it/bollettino-della-sostenibilita/ – un documento semestrale realizzato da Nonsoloambiente.it in collaborazione con EMG Acqua per supportare le aziende nella fase decisionale, di scelta e di posizionamento di nuovi prodotti sul mercato. Il bollettino fornisce dati aggiornati semestralmente per intercettare i nuovi trend e le tendenze del mercato. Per fare della sostenibilità una risorsa concreta.