È nato l’Italian Csr Index, che stila una classifica dei migliori nelle azioni di Csr. Un marchio di qualità, unico, nella consapevolezza che le “buone pratiche” di responsabilità sociale sono assai diversificate nelle esperienze delle aziende.
A lanciarlo l’Osservatorio Socialis, il cantiere di promozione culturale della responsabilità sociale che da oltre 15 anni analizza il fenomeno e promuove iniziative in favore di una maggiore messa a sistema e diffusione delle buone pratiche di Csr, di sostenibilità, di engagement dei dipendenti e di ascolto del territorio e degli stakeholder.
Da oggi le aziende, gli enti, le onlus, le università possono accedere alla procedura per l’ottenimento della certificazione di responsabilità sociale. Un passo avanti perché l’approccio socialmente responsabile possa mettere radici più solide nel nostro Paese e le buone azioni delle organizzazioni abbiano la possibilità di ottenere il giusto riconoscimento.
«Il marchio di responsabilità sociale nasce da una richiesta di valorizzazione e riconoscimento degli investimenti e dell’impatto prodotto da parte di un numero elevatissimo di aziende ed enti», spiega Roberto Orsi, direttore dell’Osservatorio Socialis. «Da qui siamo partiti per elaborare uno standard proprietario che si basa su 6 macro-indicatori per altrettante aree di indagine e che, attraverso un’analisi documentale e una verifica sul campo, permetterà alle organizzazioni di ottenere finalmente un punteggio relativamente alle loro attività e una certificazione delle azioni svolte».
Le 6 macro-aree di indagine e valutazione riguarderanno: formazione e clima interno; coerenza nelle politiche di responsabilità; condivisione multilivello, volontariato e welfare; livello di soddisfazione degli stakeholder; comunicazione e informazione; pianificazione, monitoraggio, verifica dei risultati e miglioramento continuo.
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