Coinvolgere, progettare, valutare, comunicare: questi i quattro pilastri su cui si basa l’impattometro che in pochi istanti permette a ogni impresa di valutare il proprio impatto sociale, cioè la “differenza tra i cambiamenti nella società generati nel lungo termine dalle attività di un’organizzazione e ciò che sarebbe successo indipendentemente dal suo intervento”.
Le quattro semplicissime domande sono state messe a punto da Human Foundation, l’organizzazione non profit che ha importato in Italia il concetto di impatto sociale. Le realtà che hanno ben chiaro quanto la sua valutazione sia uno strumento strategico per definire il percorso da intraprendere e generare così un cambiamento positivo sono quelle che coinvolgono gli stakeholders nella progettazione; definiscono il cambiamento di breve, medio e lungo periodo che vogliono generare; si valutano per migliorare i servizi; rendono pubblici i risultati.
Nei suoi cinque anni di attività, Human Foundation, ha coordinato l’Advisory Board Italiano della Social Impact Investment Task Force che ha prodotto il rapporto ” La finanza che include”. Ha contribuito poi alla nascita di Social Impact Agenda per l’Italia, il network che riunisce gli operatori italiani degli investimenti ad impatto che ha promosso la nascita di Social Value Italia, la rete nata per promuovere nel nostro Paese la valutazione dell’impatto sociale. Le sue metodologie di misurazione sono basate sulla Teoria del Cambiamento anche attraverso metodi sperimentali.
“Sono stati cinque anni molto importanti – ha affermato il presidente Giovanna Melandri – durante i quali abbiamo lavorato a questo progetto di sperimentazione e di coprogettazione di modelli di intervento sociale. Il nostro mantra è stato quello di portare la cultura dell’impresa anche nel sociale e di creare una sorta di ponte tra imprese profit e non profit”