Milano–Sul palco del Teatro Manzoni, lunedì 26 marzo, il quarto appuntamento con i Processi alla Storia, a cura di Elisa Greco, con imputati Steve Jobs e il ruolo delle tecnologie.
Quanto mai attuale il focus Processo: la tecnologia è cieca? E quale il valore per i Big Data. Sono un tesoro? Steve Jobs: un genio visionario o un guru illusorio?
Sarà la Corte, presieduta dal magistrato Fabio Roia, Presidente di Sezione Tribunale di Milano, a condurre il processo rendendo noti i capi di imputazione che saranno ripresi e sostenuti dal massmediologo e giornalista Klaus Davi nel ruolo di Pubblico Ministero mentre all’avvocato e coautore del libro “Il diritto all’oblio, l’etica nella società interconnessa “Umberto Ambrosoli il compito di sostenerne la difesa.
Nel ruolo del protagonista, l’imputato Steve Jobs, l’imprenditore Arturo Artom.
In contraddittorio si alterneranno le testimonianze, per l‘accusa, di Serena Danna, vice direttore digital di Vanity Fair, e del giornalista Edoardo Di Biasi, con la partecipazione del consulente di parte Riccardo Bettiga, Presidente dell’ordine degli Psicologi della Lombardia. Per la difesa gli interventi di Fiorenzo Galli, Direttore Generale del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano e della creative producer e storica della televisione – Università Cattolica di Milano Erika Brenna, con il noto avvocato Franco Toffoletto che sarà chiamato sul palcoscenico come consulente per la difesa.
Quale sarà la votazione del pubblico nel suo essere giuria popolare: sarà colpevole o innocente?
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