Tra i partecipanti all’ultimo congresso Assiom-Forex ha destato molto interesse – e persino sorpresa – un passaggio, affatto scontato, del discorso del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. Eccolo: «Il crescente interesse degli investitori sta determinando una forte espansione della finanza sostenibile, ampliando la disponibilità di capitali per finanziare la transizione verso un’economia a basso impatto ambientale». Su twitter Ermete Realacci, fondatore di Symbola e presidente onorario di Legambiente, ha commentato «Non è mai troppo tardi, diceva il mitico maestro Manzi». Ma la battuta non annulla il carattere di novità della sortita del governatore: è arrivato dalla massima authority finanziaria del Paese per la finanza sostenibile un riconoscimento importante che testimonia una crescente attenzione. Se vogliamo quello della finanza a misura d’uomo e di pianeta, almeno in un recente passato, è stato una sorta di movimento che ha saputo marciare anche controtendenza e in relativa solitudine e oggi, quasi quasi, per usare una battuta del segretario nazionale del Forum per la finanza sostenibile, Francesco Bicciato, «diventa mainstream». Ovvero orientamento maggioritario tra gli addetti ai lavori e persino tra le élite dei grandi manager del denaro.
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