Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil, ripete spesso che le imprese migliori sono quelle che «hanno una visione».
Avere una visione significa intendere l’attività imprenditoriale associata a un progetto proiettato nel futuro, da realizzare assieme a un contesto sociale di cui fanno parte maestranze, istituzioni e cultura.
Una impostazione che guarda al modello olivettiano dell’”impresa etica” imparentato persino con quel “patto tra produttori” di cui si trova traccia nel famoso discorso togliattiano del ’46. “Ceto medio ed Emilia rossa” in cui un partito inclusivo come il Pci prospettava una collaborazione tra la piccola imprenditoria e la classe operaia.