Dal blog HuffingtonPost
In Italia la disoccupazione giovanile è al 32,8%, mentre quella generale è al 10,9% (Istat, febbraio 2018). La disoccupazione giovanile dovrebbe essere inferiore a quella generale: invece in Italia è addirittura il triplo. Senza dimenticare che la gran parte dei giovani occupati in Italia svolge lavori precari e mal retribuiti: nel 2016 ben il 54,7% degli occupati, nella fascia di età fino a 24 anni, svolgeva lavori temporanei. La situazione è notevolmente peggiorata negli ultimi anni. Nel 2000 i giovani precari erano meno della metà di quelli attuali: erano, infatti, il 26,6% (OECD,2017).
La precarietà del lavoro e la disoccupazione dei giovani è un problema veramente grave per l’Italia. E questo sono in molti a dirlo. Ma quali sono le proposte per affrontarlo e risolverlo? Con la ripresa dell’economia si alzerà l’acqua che solleverà tutte le barche, anche quelle dei giovani?
Ma quanto tempo ci vorrà e quanto effettivamente la crescita economica attuale è in grado di risolvere effettivamente la precarietà e la disoccupazione giovanile? Visti i dati degli ultimi anni, compresi quelli della ripresa dell’economia, non c’è da essere ottimisti: la disoccupazione giovanile cala troppo poco e troppo piano è la precarietà rimane alta.
Sarebbe ora di mettere in campo nuove proposte per combattere la precarietà e la disoccupazione giovanile. Per esempio quella di puntare sulla green economy che ha dimostrato di avere potenzialità elevate di creare nuovi e buoni posti di lavoro.
Dal 2003 al 2013-ultimi dati disponibili di Eurostat- in Europa, infatti, l’occupazione nel settore dei beni e dei servizi ambientali è aumentata del 40%, mentre l’occupazione negli altri settori diminuiva. Dal 2012 al 2016 l’occupazione mondiale nella produzione di energia da fonti rinnovabili è aumentata del 37%.
Potenzialità di maggiore occupazione sono presenti anche nell’incremento del riciclo e dell’economia circolare, nelle produzioni agroalimentari biologiche e certificate, nella crescita degli interventi di rigenerazione urbana e di riqualificazione energetica degli edifici, nel turismo di qualità ecologica e in molte altre attività green dove si possono moltiplicare anche le start-up innovative.
Con politiche pubbliche mirate, con incentivi e agevolazioni fiscali, limitati e non eccessivamente onerosi, con iniziative locali e regionali che utilizzino meglio risorse esistenti e anche risorse europee utilizzabili, si potrebbe attivare un programma di attività green in grado di creare buona occupazione per i giovani.
Ci sono anche altre proposte? Vediamole. In ogni caso le potenzialità di nuova occupazione green per i giovani non andrebbero trascurate.
Articolo originale pubblicato su Huffington Post Blog in data 11/05/2018
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