Il mondo sta cambiando e l’economia che ci ha guidato per decenni è inadeguata a gestire le crisi del XXI secolo. Con la sostenibilità avanzano nuovi modelli nell’uso delle risorse, nell’uso delle competenze diffuse, nell’accesso all’informazione, nell’accesso ai finanziamenti abilitati dalle nuove tecnologie e dal digitale. Sfide che chiamano ad un’azione comune imprese, comunità, istituzioni, cittadini. È l’Italia di “Coesione è Competizione. Nuove geografie della produzione del valore in Italia”, realizzato da Fondazione Symbola, Intesa Sanpaolo e Unioncamere in collaborazione con Aiccon, Ipsos e Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, presentato oggi.
Ecco alcuni dati:
Le imprese coesive esportano di più (il 58% contro il 39% delle non coesive); fanno più eco- investimenti (il 39% contro il 19% delle non coesive); migliorano prodotti e servizi.
Le imprese coesive esportano di più (il 58% contro il 39% delle non coesive); fanno più eco- investimenti (il 39% contro il 19% delle non coesive); migliorano prodotti e servizi (il 58% contro il 46% delle non coesive); adottano misure legate al piano transizione 4.0 (il 28% contro l’11% delle non coesive)
Le imprese coesive investono di più in cultura (il 26%).
Ipsos rileva che due italiani su tre sono disposti a riconoscere alle imprese coesive un premium price sui prodotti e servizi offerti.
Le regioni Lombardia, Veneto, Emilia-romagna prime per concentrazione di imprese coesive.
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