Greenitaly 2015, sesta edizione del rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere sulla green economy italiana, conferma la forza sempre maggiore di questo paradigma economico nel nostro sistema produttivo. In termini di diffusione: sempre più imprese fanno scelte green. In termini di risultati: quelli, sorprendenti, nei bilanci, nell’occupazione e quelli nelle performance ambientali del Paese, che rendono l’Italia, nonostante i tanti problemi aperti, il leader europeo in alcuni campi dello sviluppo sostenibile. Un dato importante in vista della COP 21 di Parigi, il summit mondiale sui mutamenti climatici che ha l’obiettivo ambizioso ma irrinunciabile di ridurre ad un massimo due gradi l’aumento di temperatura sulla terra.
L’Italia ha puntato sul green affacciandosi su una dimensione più collaborativa dell’economia. Partendo dalla produzione diffusa dell’energia rinnovabile: oggi nel nostro Paese sono oltre 800 mila gli impianti di generazione. Arrivando a nuove modalità di consumo – dal car sharing alle piattaforme collaborative più diverse – offerte dalla sharing economy e dalla Rete. Lo ha fatto mettendo insieme la ricerca e l’innovazione – siamo il secondo paese europeo per brevetti di design, dietro alla Germania, che ha un’economia due volte la nostra, ma davanti a tutti gli altri big Ue – con le tradizioni, che siano agricole o manifatturiere. Coniugando la competitività con la coesione sociale e territoriale, sposando l’efficienza e la riduzione dei consumi con la pratica costante della qualità. Avviando il cammino che ci spinge a superare le logiche dell’economia lineare per avvicinare l’obiettivo di un’economia circolare: fatta di riciclo sistematico della materia e riduzione degli approvvigionamenti in natura.
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