Il reporting non finanziario, inteso come l’insieme delle forme di rendicontazione dell’impatto ambientale e del valore sociale prodotti dalle imprese, da buona prassi è diventato obbligo di legge, sia pure per un ristretto numero di grandi gruppi e società quotate.
La svolta è legata al recepimento, anche nel nostro Paese, della direttiva europea 95/2014 sulle informazioni non finanziarie, avvenuto attraverso il decreto legislativo 254/16, che si applica ai bilanci a partire dall’esercizio 2017, anche se in modalità definita “sommaria” per la prima annualità di decorrenza.
Il passaggio da pratica volontaria a materia regolamentata ha ricadute dirette solo sulle realtà obbligate (poco meno di 500 in Italia), ma in via indiretta influisce anche sulla rendicontazione delle tante imprese, generalmente piccole o medie, che non sono quotate e che hanno comunque fin qui prodotto report di sostenibilità o bilanci sociali.