Un’equità da subito
La responsabilità del far star bene tutti, adesso e in futuro – che è il vero obiettivo esistenziale – è innanzitutto del potere politico. E la condizione da soddisfare è che chi guida le decisioni del potere politico imponga di dover raggiungere anche obiettivi di lungo periodo, strategici per il Paese.
Quindi è necessario che l’obiettivo del potere decisionale sia il benessere futuro del Paese, e non gli interessi di breve periodo delle singole parti politiche. Purtroppo qualcosa che non funziona in Italia c’è, se è vero che da quando è stata approvata la Costituzione, 75 anni fa, abbiamo avuto 73 governi, circa uno all’anno. Siamo quindi stati caratterizzati da un’abbondanza di riflessioni tattiche, e da forte carenza di quelle strategiche.
Bene, “reimpostiamo la strategia” innanzitutto attraverso un’affermazione basica che deve guidare la vita sociale: tutti quelli che nascono devono avere analoghi diritti di poter progettare una vita felice. Eventuali alternative devono essere solo il frutto di scelte, e non di costrizioni.
Oggi purtroppo non è così: viviamo ancora nella coda di un tempo passato, governato solo dall’élite, che ha sempre e solo fatto i propri interessi.
Ma in epoca recente siamo entrati in un mondo più critico e nuovo, dove la capacità di ragionare e non dipendere è più diffusa, e finalmente è possibile porsi la vera domanda: tutti nascono nudi, senza nulla; perché coloro che nascono in famiglie che hanno risorse possono formarsi e raggiungere l’adultità con potenzialità di protagonismo interessante, mentre coloro che nascono in famiglie meno fortunate non hanno queste chance? Che colpa ne hanno?